In questo momento di grande riflessione spesso bighellono tra i social e si sa l’algoritmo ti propone quello che intuisce che tu gradisca.

Perciò io, in questo momento, oltre ai vari “motivatori”, film e ortopedici, sono letteralmente subissata da ricette di cucina.

Tutti i tipi di ricette: da quelle dietetiche, chetogeniche, alle più esclusive create dai più raffinati chef. Ricette à gogo.

E tu che fai? Ovviamente ti lasci prendere. Ti convinci che sarà senz’altro ottimo quel pudding di semi di chia e avena con l’aggiunta di yogurt e una spolverata di cacao, salvo poi, constatare nel reel successivo da un guru della nutrizione che associare insieme tutti questi ingredienti fa ridurre l’assimilazione del calcio, ecc.. ecc…

Uno pseudo… “Tirami sù”

E poi voi lo avete mai assaggiato uno pseudo-tiramisù ai semi di chia? Fa letteralmente schifo!

Comunque da questa riflessione semi-seria è emerso che per quanto mi riguarda il problema è sempre lo stesso. L’erba del vicino è sempre più verde ed è così pure se si tratta di avena. Anche per voi è lo stesso?

La cucina veloce, assemblata alla bell’e meglio su reel accattivanti mi ha fatto riflettere invece su quanto sia importante avere la massima cura di tutte le cose e non solo.

Cucinare è un modo di occuparsi dell’altro

Io, a detta degli altri, cucino benissimo. Ho fatto corsi su corsi sia di cucina con Chef professionisti che diplomati “Le Cordon Bleu” inoltre, per motivi di “supervisione” lavorativa a suo tempo, ho frequentato corsi di “conservazione dei cibi e salute degli alimenti”. In più ho dalla mia, l’età e una tesi in Counseling su  “Soul Kitchen – cucinare per l’anima” dove affermavo che “cucinare è un modo per occuparsi dell’ALTRO: è facile solo se nutriamo noi stessi”.

Be’ allora dov’è finita tutta questa mia conoscenza? Questo mia predisposizione o, per meglio dire, questa mia disinvoltura tra i fornelli?

Troppi stimoli, poche emozioni vere, troppi Social e device e allora io che ho pure questo Blog dico a VOI e soprattutto a me stessa: stacchiamo un po’, prepariamoci una torta di mele, se stiamo a dieta possiamo perfino farla dietetica (la più dietetica che io conosca è a pag. 40 del libro, ormai introvabile, de “Le francesi non ingrassano” di Mireille Guiliano (qualora foste curiosi, sarò lieta di girarvela).

Apriamo un libro o una rivista, guardiamo un film sorseggiando una tisana al tiglio (anche senza le celeberrime Madeleine di Proust) e proviamo finalmente a ripeterci: “ma quanto sono stat* brav* oggi?”.

Prendiamoci cura di noi stessi, certo, ma anche di quelli che ci sono vicino.

Proviamo a non dire mai più: “non ho avuto tempo” per lui/lei, piuttosto rinunciamo a qualcos’altro ma non alla gioia di dedicarti la mia attenzione, la mia cura.

Il film cult che non può mancare è : “The Hours” del 2002 di Stephen Daldry.


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